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Trentino
IL
Museo Retico
Ma Sanzeno è «venerabile»
anche per gli archeologi! Qui infatti, sin dalla metà del
secolo scorso, scavi sistematici portarono alla luce una
tale mole di reperti come in pochi altri siti dell'arco
alpino. Inizialmente una grande quantità di oggetti in
bronzo e in ferro, da suppellettili di uso casalingo a
statuette artistiche vennero venduti dai contadini agli
antiquari di Bolzano, Trento e Innsbruck; finché il mondo
scientifico ne prese atto e incominciarono varie campagne di
scavo, che si sono protratte fino agli anni ottanta del
nostro secolo. Riassumendo i reperti si può oggi parlare
della presenza di un grande insediamento retico del medio e
tardo periodo Hallstadt(dal sesto al primo secolo a.C , all'incirca), al quale susseguì gradatamente un
abitato romano. Di questo sono testimoni, fra altri, lapidi
indicanti un culto di Mitra e di Saturno. Il materiale
fittile in ceramica dell'epoca Latène (età del ferro) di
Sanzeno ha dato il nome ad una tipologia distinta che fra
gli archeologi va sotto il nome di «Ceramica
Fritzens Sanzeno».
(Fritzens si
trova nella valle dell'Inn).
Si tratta di ciotole piuttosto basse a cottura media, con
fondo largo, profilo panciuto e bordo ricurvo in fuori, e
con decorazioni verticali a striscie. I terreni che hanno
fornito la maggior quantità di reperti si trovano a destra
della strada che proviene dalla Mendola, in corrispondenza
della maggior elevazione (oggi
frutteto); il
posto si chiama ancora oggi «I
Casalini».
Ma anche verso l'ingresso alla valle
di San Romedio troviamo un «dos-caslir»
con chiari segni di un precedente insediamento.
Sulla piazza inclinata si affaccia la
bella casa de Gentili, che con il suo portone in legno
intagliato, le sue artistiche inferriate e l'elegante
balconcino rappresenta un'esempio tipico per l'architettura
della nobiltà rurale della valle Vale la pena di dar
un'occhiata anche al lato orientale dell'edificio, dove il
«pont» e il portone a tutto sesto che conduce in un avvolto
tradiscono ancora il carattere rustico della casa. Subito al
di sopra stiamo davanti alla chiesa del Rosario, le cui
origini risalgono all'anno mille e ora presenta una facciata
rinascimentale e qualche bell'altare barocco.
Dopo esserci soffermati più a lungo
in questo luogo denso di
storia, viene quasi d'obbligo
avviarsi verso il
Museo Retico.
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Centro per l'archeologia e la storia
antica della Valle di Non |
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Inaugurato nel
settembre 2003, il museo Retico di Sanzeno sorge in località
Casalini, un'area particolarmente significativa per la
storia dell'archeologia della Val di Non. Quì infatti negli
anni Venti e Cinquanta del secolo scorso, sono stati
effettuati gli scavi archeologici che hanno portato Sanzeno
e la Valle di Non alla notorietà scentifica internazionale.
Nell'edificio di chiara impronta decostruttiva, progettato
dall'architetto trentino Sergio Giovanazzi, accanto a spazi
e infrastrutture di tipo ostensivo, sono a disposizione sale
per attività di informazione e didattica relativamente al
ricco patrimonio archeologico delle valli del Noce in modo
da fungere da punto di riferimento per ricerche, studi e
scavi condotti in loco dalla Soprintendenza per i Beni
Archeologici. Il museo, che con le sue articolate forme
suggerisce l'idea di uno dei piccoli paesi della valle
stretti attorno alla chiesa, si articola attorno al cuore
della costruzione, il " pozzo del tempo ", come l'ha
definito il progettista, ossia il percorso a spirale che dal
fondo dell'edificio, attraverso la visione di reperti e
l'intervento di sussidi multimediali, conduce il visitatore
al piano rialzato, attraverso un affascinante, seppur
"condensato", viaggio nella storia che ha caratterizzato le
valli del Noce, dalle epoche più remote, al Medioevo. Il
visitatore ripercorre cosi, passo dopo passo, tutta la
storia anaune, dalla più antica presenza umana attorno
all'XI millennio a.C. ai Reti, ai Romani fino alle prime
testimonianze cristiane, alle evidenze gote e longobarde per
giungere alla vigilia del Medioevo. Lo spazio della
permanente è per ora allestito con una formula provvisoria
che si giova di una selezione di materiali e una decina di
postazioni di proiezioni a suggerire temi, argomenti e
reperti che faranno parte dell'esposizione definitiva.
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