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GITA IN VAL DI NON - 10 - SETTEMBRE 2004 

iin Trentino

IL Museo Retico

Ma Sanzeno è «venerabile» anche per gli archeologi! Qui infatti, sin dalla metà del secolo scorso, scavi sistematici portarono alla luce una tale mole di reperti come in pochi altri siti dell'arco alpino. Inizialmente una grande quantità di oggetti in bronzo e in ferro, da suppellettili di uso casalingo a statuette artistiche vennero venduti dai contadini agli antiquari di Bolzano, Trento e Innsbruck; finché il mondo scientifico ne prese atto e incominciarono varie campagne di scavo, che si sono protratte fino agli anni ottanta del nostro secolo. Riassumendo i reperti si può oggi parlare della presenza di un grande insediamento retico del medio e tardo periodo Hallstadt(dal sesto al primo secolo a.C , all'incirca), al quale susseguì gradatamente un abitato romano. Di questo sono testimoni, fra altri, lapidi indicanti un culto di Mitra e di Saturno. Il materiale fittile in ceramica dell'epoca Latène (età del ferro) di Sanzeno ha dato il nome ad una tipologia distinta che fra gli archeologi va sotto il nome di «Ceramica Fritzens Sanzeno». (Fritzens si trova nella valle dell'Inn). Si tratta di ciotole piuttosto basse a cottura media, con fondo largo, profilo panciuto e bordo ricurvo in fuori, e con decorazioni verticali a striscie. I terreni che hanno fornito la maggior quantità di reperti si trovano a destra della strada che proviene dalla Mendola, in corrispondenza della maggior elevazione (oggi frutteto); il posto si chiama ancora oggi «I Casalini». Ma anche verso l'ingresso alla valle di San Romedio troviamo un «dos-caslir» con chiari segni di un precedente insediamento. Sulla piazza inclinata si affaccia la bella casa de Gentili, che con il suo portone in legno intagliato, le sue artistiche inferriate e l'elegante balconcino rappresenta un'esempio tipico per l'architettura della nobiltà rurale della valle Vale la pena di dar un'occhiata anche al lato orientale dell'edificio, dove il «pont» e il portone a tutto sesto che conduce in un avvolto tradiscono ancora il carattere rustico della casa. Subito al di sopra stiamo davanti alla chiesa del Rosario, le cui origini risalgono all'anno mille e ora presenta una facciata rinascimentale e qualche bell'altare barocco. Dopo esserci soffermati più a lungo  in questo luogo denso di storia, viene quasi d'obbligo avviarsi verso il Museo Retico.
 

Centro per l'archeologia e la storia antica della Valle di Non

Inaugurato nel settembre 2003, il museo Retico di Sanzeno sorge in località Casalini, un'area particolarmente significativa per la storia dell'archeologia della Val di Non. Quì infatti negli anni Venti e Cinquanta del secolo scorso, sono stati effettuati gli scavi archeologici che hanno portato Sanzeno e la Valle di Non alla notorietà scentifica internazionale. Nell'edificio di chiara impronta decostruttiva, progettato dall'architetto trentino Sergio Giovanazzi, accanto a spazi e infrastrutture di tipo ostensivo, sono a disposizione sale per attività di informazione e didattica relativamente al ricco patrimonio archeologico delle valli del Noce in modo da fungere da punto di riferimento per ricerche, studi e scavi condotti in loco dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici. Il museo, che con le sue articolate forme suggerisce l'idea di uno dei piccoli paesi della valle stretti attorno alla chiesa, si articola attorno al cuore della costruzione, il " pozzo del tempo ", come l'ha definito il progettista, ossia il percorso a spirale che dal fondo dell'edificio, attraverso la visione di reperti e l'intervento di sussidi multimediali, conduce il visitatore al piano rialzato, attraverso un affascinante, seppur "condensato", viaggio nella storia che ha caratterizzato le valli del Noce, dalle epoche più remote, al Medioevo. Il visitatore ripercorre cosi, passo dopo passo, tutta la storia anaune, dalla più antica presenza umana attorno all'XI millennio a.C. ai Reti, ai Romani fino alle prime testimonianze cristiane, alle evidenze gote e longobarde per giungere alla vigilia del Medioevo. Lo spazio della permanente è per ora allestito con una formula provvisoria che si giova di una selezione di materiali e una decina di postazioni di proiezioni a suggerire temi, argomenti e reperti che faranno parte dell'esposizione definitiva.

 

  

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